Contatti Percorso della memoria Stampa Il Dibattito Edizione 2005 Contatti

 

 

Ansa del 14 Novembre 2006

 

(ANSA) - MESTRE (VENEZIA) - 13 NOV – ''Senza legalità c'è la giungla, c'è la prepotenza, il feudalesimo dove pochi sfruttano molti''. Sta in questo concetto, semplice e scarno, del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, il senso della legalità che ''è un fattore - ha precisato - di sviluppo, un' opportunità che migliora l'economia, che dà la possibilità a tutti di poter far valere i propri diritti''.
Di legalità si è parlato oggi al Teatro Toniolo di Mestre, alle celebrazioni del ''Memory Day... per ricordare'', giornata dedicata al ricordo di tutte le vittime di ogni forma di criminalità, presenti anche il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari; il Vice Capo della Polizia, Giuseppe Procaccini e Franco Maccari, Segretario Generale del sindacato di Polizia Coisp, il direttore de Il Gazzettino, Roberto Papetti.
Cacciari ha posto l'accento sulla necessità di fare in modo che la scuola sia palestra di ricordo, luogo nel quale si deve esercitare la memoria e la conoscenza della storia recente di questo Paese, nel quale si sono succeduti ricorrenti crisi politiche, fenomeni di criminalità organizzata, fenomeni di terrorismo che non hanno trovato uguali in Europa. Cacciari ha poi richiamato alla memoria la difficoltà che tuttora permane in Italia a metabolizzare le recenti vicende storiche, spesso drammatiche, che dovrebbero invece divenire oggetto di condivisione delle diverse forze politiche. ''In altri Paesi - ha continuato il Sindaco - le grande tragedie sono state digerite e sono passate in giudicato, qui da noi sono ancora argomento di divisione politica. Ciò dimostra che c'è ancora una profonda e pericolosissima crisi politica, culturale e sociale in atto''. Questo sforzo dovrà partire, secondo Cacciari, proprio dall' azione formativa della scuola, dove la discussione seria e ''scientifica'' potrà produrre una memoria e un giudizio condiviso che potrà creare una generazione di
giovani in grado di fare di più rispetto alle vecchie generazioni, perchè - ha concluso - ''nessuno di noi può dirsi innocente di quanto successo in Italia''.
Maccari ha ricordato ai giovani in sala che ''nessuno ha scelto come diventare vittima. Qui - ha detto - ci sono 160 episodi di persone colpite dalla criminalità, le stesse vittime o i familiari di chi purtroppo non c'è più; persino una madre che ha perso due figli agenti di Polizia. Eppure lo Stato si dimentica della vittime, togliendo persino i risarcimenti delle spese sanitarie a chi è stato ferito in servizio''.
''Noi abbiamo delle incrostazioni - ha aggiunto il presidente della Provincia di Venezia, Davide Zoggia - che sono assai difficili da togliere nel nostro lavoro politico. Probabilmente puri non siamo e dobbiamo ripartire proprio dai giovani, coloro che ora vivono il nostro territorio, che proprio alla criminalità ha pagato tributi altissimi.''. ''Sono molto deluso da questa classe politica - ha affermato Mirko Schio, vittima dalla criminalità - i sentimenti vengono quantificati in numeri e mai avremmo pensato che le persone che, precedentemente,
volevano la sovversione democratica, ora siedono in Parlamento con incarichi di prestigio. Chiedo la certezza delle pena e un giusto riconoscimento alle vittime, quale corretto uso della legalità''. Per l'ex senatore Ugo Bergamo, membro del CSM, ''si può perdonare ma non dimenticare. Lo Stato deve essere più
efficace nel combattere le organizzazioni criminali, soprattutto mafiose''. ''Ricordare le vittime della criminalità è un atto doveroso - gli ha fatto eco il prefetto Procaccini - ma inutile se questo non rilancia il futuro. Purtroppo ormai sappiamo troppo bene come la criminalità organizzata non si batta velocemente e senza vittime. Sono però stati raggiunti importanti risultati, con una forte azione investigativa, presidiando i territori a rischio e combattendo l'assuefazione alla logica criminale che purtroppo trova fertilità nella povertà''. Duro infine il giudizio di Di Pietro secondo il quale ''il sistema non funziona poichè esistono conflitti trasversali in seno alle istituzioni. Sulla tomba di Borsellino, Falcone diceva che bisogna fare presto, che la lotta alla mafia è una lotta contro il tempo''. (ANSA).

Ansa del 25 Settembre 2006

 

 

(ANSA) - VENEZIA, 25 SET - AVVENIMENTI PREVISTI PER DOMANI,

6- MESTRE (VENEZIA) - Centro Candiani.
Dibattito sul tema 'Mafia terrorismo e criminalita' di Casa Nostra', con la partecipazione del sindaco Massimo Cacciari, magistrati, assessori, scrittori, sindacato di polizia Coisp e giornalisti. Ore 10.00.

 

SCUOLA: VENEZIA; INCONTRI SU MAFIA, TERRORISMO, CRIMINALITA'

(ANSA) - VENEZIA, 25 SET - Una parte della storia d'Italia legata al tema 'mafia, terrorismo e criminalita' di Casa Nostra' negli anni che vanno dal 1974 al 1996 viene raccontata, a partire da oggi, agli studenti degli istituti del veneziano da alcuni dei protagonisti di quei fatti, che hanno incontrato le scolaresche al Centro Candiani Venezia Mestre.
Tra i relatori, il magistrato Francesco Saverio Pavone, che segui' in prima persona, fin dall'inizio, l'inchiesta sulla mafia del Brenta, ed in particolare le indagini sulla banda di Felice Maniero, l'unica nel Veneto condannata per associazione per delinquere di stampo mafioso.
'Oggi - ha detto Pavone - abbiamo tanti tipi di criminalita', soprattutto di provenienza straniera'. Per quel che riguarda la continuita' con i fatti della Riviera del Brenta, 'non abbiamo - ha proseguito il magistrato - sintomi che la criminalita' della banda di Maniero sia proseguita allo stesso livello organizzativo, anche se i suoi antichi complici liberi possono essere in alcuni casi ancora attivi'.
'Come venti anni fa in diverse occasioni e' stata sottovalutata la formazione di bande criminali che non erano affatto folcloristiche - ha rilevato da parte sua Gianfranco Bettin, scrittore e sociologo - ed e' per questa sottovalutazione che sono cresciute, oggi e' altrettanto necessario capire che nella trasformazione del crimine non siamo in presenza di episodi occasionali'.
'C'e' una ristrutturazione delle forze criminali - ha continuato - che tenta di ricostituire forme di potere ben radicate, in un intreccio tra elementi italiani e stranieri'.
'In tutte le bande vediamo la presenza di manovalanza straniera, ma, sempre, nei gradi intermedi e tra i boss - ha sottolineato - c'e' la compresenza di italiani e stranieri e, in Veneto, appartenenti alle bande del passato'.
'E' iniziato oggi - ha rilevato il segretario generale del sindacato di Polizia Coisp Franco Maccari, promotore dell'incontro assieme al Comune e alla Provincia di Venezia, con il patrocinio della'associazione Fervicredo - un percorso alla legalita', nel cui ambito i giovani apprendono la storia attraverso la viva voce di testimoni dei fatti in questa citta' e nella regione'. L'iniziativa, ha aggiunto, proseguira' con un percorso della memoria il 6 ottobre prossimo con gli studenti che saranno portati nei luoghi di cui oggi sentono parlare: la Riviera del Brenta, il Porto, i posti dove sono stati uccisi dalle Br Gori, Albanese, Taliercio, Lippiello'. (ANSA).

BE/PAS 25-SET-06 15:26 NNNN

 

 

 

MAFIA: MAGISTRATO, SEMPRE IN RAPPORTI CON LA POLITICA

(V. SCUOLA: VENEZIA; INCONTRI SU MAFIA... DELLE 15,26) (ANSA) - VENEZIA, 25 SET - 'La mafia a livello nazionale si e' sempre avvalsa della collusione anche con i poteri politici amministrativi'. Lo ha detto, a margine dell'incontro su 'Mafia terrorismo e criminalita' di casa nostra' al centro Candiani di Venezia Mestre, il magistrato Francesco Saverio Pavone, rispondendo ale domande della stampa.
'Il voto di scambio - ha aggiunto - fu introdotto con il 416 bis proprio perche' il fenomeno della collusione con il potere politico e amministrativo era molto diffuso soprattutto al Sud'.
Il fenomeno non e' estinto, ma, ha continuato il magistrato, 'anche adesso sono qualche centinaio i consigli comunali sciolti, soprattutto al Sud, per collusione con la mafia'.
Il segretario generale del sindacato di Polizia Coisp Franco Maccari nello stesso ambito ha rilevato, da parte sua, che 'la criminalita' abbraccia ogni forma di illegalita', sicuramente il Veneto e' una zona modello perche' ha avuto ed ha di tutto: mafia, terrorismo e anche sicuramente sia interessi territoriali che sono appetibili per i Paesi dell'Est, sia interessi che il mondo della politica non sempre riesce ad affrontare in maniera decisa'. (ANSA).

 

 

 

 

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